Il filosofo di campagna, libretto, Vienna, Ghelen, [1759]

 ATTO PRIMO
 
 SCENA III
 
 NARDO solo
 
 NARDO
 
945   Vedo quell'albero
 che ha un pero grosso,
 pigliar nol posso,
 si sbalzi in su
 
    ma fatto il salto,
950salito in alto,
 vedo un perone
 grosso assai più.
 
    Prender lo bramo,
 m'alzo sul ramo,
955vado più in su.
 Ma poi precipito
 col capo in giù. (Parte)
 
 
    Nuova agiunta all’opera del Filosofo di campagna.
    Vienna, nella stamparia di Giovanni Leopoldo N. de Ghelen.
 
 
 SCENA PRIMA
 
 RINALDO e LENA e DON TRITEMIO in disparte
 
 RINALDO
 Ascoltatemi ben mia cara Lena.
 Fingerem questa sera una commedia.
960Eugenia prima donna,
 voi sarete la serva,
 io fo da innamorato,
 Nardo da servitore
 e tutti assiem così farem l'amore.
965In tal guisa Tritemio
 dalla sua ostinazione
 cangierà d'opinione.
 LENA
 Bene pensato avete
 andiamo a consolarci, eh avertite
970a Tritemio giammai non dirne niente.
 DON TRITEMIO
 (Ho inteso, ho inteso tutto)
 finirem la commedia allegramente.
 
 SCENA II
 
 RINALDO, NARDO e poi LENA
 
 RINALDO
 Sentimi Pulcinella!
 NARDO
                                      Eccome cà.
 RINALDO
 Batti tu a quella porta.
 NARDO
975A quale porta?
 RINALDO
                              A quella.
 NARDO
 A chissa? Io non la vedo.
 RINALDO
 Finger dei che vi sia,
 in un quadro si batte o in una sedia
 come i comici fanno alla comedia.
 NARDO
980Aggio caputo; ma famme na grazia
 perché da tozzolare aggio alla porta?
 RINALDO
 Perché della mia bella
 voglio godere il volto.
 NARDO
 Ma se qualcuno poi,
985quann'ho battuto io, battisse a me?
 RINALDO
 Fallo, non dubitar, io son per te.
 NARDO
 Oh de casa!
 LENA
                         Chi batte?
 NARDO
                                               Songo io.
 LENA
 Serva sua padron mio.
 NARDO
                                            Chi siete voi
 quella giovine bella?
 LENA
990Io sono Colombina Picciarella.
 RINALDO
 Di Diana cameriera?
 LENA
 Per servir vosustrissima.
 RINALDO
 Deh fatemi il piacere
 chiamatela di grazia.
 LENA
                                         Ora la servo.
 NARDO
995Sienteme Picciriella!
 Venece ancora tu,
 cà se deverterimo n'fra de nuie.
 LENA
 Sì sì, quest'è l'usanza,
 se i padroni fra lor fanno l'amore,
1000fa l'amor colla serva il servitore.
 
    Il padron colla padrona
 fan l'amor con libertà,
 noi andiamo più alla buona
 senza tanta civiltà.
 
1005   Dicon quelli: «Idolo mio,
 peno, moro, smanio, oh dio!»
 Noi diciam senz'altre pene:
 «Mi vuoi ben? Ti vuoglio bene»,
 e facciamo priesto, priesto
1010tutto quel che s'ha da far.
 
    Dicon lor ch'è un gran tormento
 quell'amor che accende il core,
 diciam noi ch'è un gran contento
 quel che al cor n'arreca amore;
1015ma il divario da che viene?
 Perché han quei mille riguardi,
 penan molto e parlan tardi.
 Noi diciam quel che conviene,
 senza tanto sospirar.
 
 SCENA ULTIMA
 
 Tutti
 
 RINALDO
1020Ecco della mia bella
 il sol che m'innamora.
 NARDO
 Con essa vene Picciarella ancora.
 RINALDO
 Adorato mio nume!
 Mia stella rilucente!
1025Eccovi a piè prostrato
 l'idolatrante ed il più fido amante.
 NARDO
 Dolce mia Picciarella
 io liquefar me sento
 per te la coratella.
 LENA
1030Caro mio Pelcinella
 per te tutta sarà la Picciarella.
 EUGENIA
 Mio tesoro, mia vita,
 Cintio, mio solo amore,
 tutta vostra son io, siete il mio core.
 RINALDO
 
1035   Vezzosetta mia diletta.
 
 NARDO
 
 Picciarella mia caretta.
 
 EUGENIA
 
 Cintio caro, Cintio mio.
 
 LENA
 
 Pulcinella, bene mio.
 
 A QUATTRO
 
 Che contento, che diletto!
1040Vieni o caro a questo petto,
 che ti voglio un po' abbracciar.
 
 DON TRITEMIO (Da Pantalone)
 
    Ola! Ola! Cosa feu?
 Ammazzai, cagadonai,
 via caveve via de qua.
 
 RINALDO
 
1045   Io m'inchino al genitore.
 
 LENA
 
 Serva sua, signor padrone.
 
 RINALDO
 
 Riverisco mio signore.
 
 NARDO
 
 Te so schiavo, Pantalone.
 
 DON TRITEMIO
 
 El ziradonarve attorno,
1050tutti andeve a far squartar.
 
 RINALDO
 
    Vuol ch'io vada?
 
 DON TRITEMIO
 
                                    Mi ve mando.
 
 NARDO
 
 Vado anch'io?
 
 DON TRITEMIO
 
                             Mi v'ho mandao.
 
 RINALDO
 
 Anderò colla mia bella.
 
 NARDO
 
 Anderò con Picciarella.
 
 EUGENIA, LENA A DUE
 
1055Io contenta venirò.
 
 DON TRITEMIO
 
 Via tiolé sto canelao.
 Colle pute? Oh questo no.
 
 EUGENIA, LENA A DUE
 
    Io vi prego, vi scongiuro.
 
 DON TRITEMIO
 
 Zitto, zitto, vegnì qua.
 
1060   Cari fioi deve la man,
 alla fin son venezian,
 m'avé mosso a compassion.
 
 TUTTI
 
 Viva, viva Pantalon!
 
    Viva, viva il dolce affetto,
1065viva, viva quel diletto
 che consola il nostro cor!
 
 
 Fine